La Legge 170 del 8 ottobre 2010 ha riconosciuto i DSA (dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia) e con le successive Linee Guida (allegate al DM 5669 del 2011) ha fornito indicazione specifiche per la scuola, a garanzia del successo formativo delle alunne e degli alunni con DSA. Ma forse non tutti sanno che nelle stesse Linee Guida, e ancora prima nella legge, è inserita una specifica parte dedicata agli Atenei e all’azione di tutela e garanzia del diritto allo studio per le studentesse e gli studenti universitari con DSA.
A distanza di oltre dieci anni dalla promulgazione della Legge 170 molto è stato fatto e il numero degli iscritti con DSA nelle università è considerevolmente cresciuto (CENSIS, 2019).
Bene. Però ancora sono tanti gli studenti e le studentesse con DSA che faticano ad entrare nei processi di formazione universitari e che, nel loro percorso, incontrano ostacoli personali, faticosi da affrontare. Vediamone alcuni e, soprattutto, alcune proposte per affrontarli.
IL DISTURBO DELL’APPRENDIMENTO A LEZIONE
Il carico di libri e di materiale da LEGGERE, prima che da studiare. Tutti noi che abbiamo svolto il nostro percorso di studi, ci ricordiamo delle pagine interminabili, della quantità di manuali da consultare. È ancora così, come è giusto che sia per incrementare le nostre conoscenze. Ma quando la mia caratteristica personale è proprio la lentezza nella lettura? Allora le ore di studio si moltiplicano e ogni esame sembra una scalata interminabile! Poi, organizzare lo studio! Quante pagine sono? Devo consegnare una tesina, un progetto, devo prepararmi per l’orale o, ancora peggio!, per lo scritto? Ma non soltanto. Quando ho iniziato mi pareva più semplice e adesso, non riesco a stare al passo e non riesco a dare gli esami previsti per ogni sessione… E se vado fuori corso? Quasi quasi lascio stare… Insomma, la paura e il senso di impotenza iniziano ad insinuarsi e a prendere il sopravvento…
Se siete arrivati a leggere fino a qui, forse la descrizione parla di voi. Allora le prossime righe fanno al caso vostro.
Prima di affrettare le decisioni, andiamo con ordine.
LA VALUTAZIONE
Chiedetevi se “vi” conoscete, se sapete quali sono le cose che vi riescono meglio, “i punti di forza”, e dove invece fate più fatica, “i punti di debolezza”. Può essere difficile scoprirlo da soli, per questo vi possono aiutare gli psicologi e i neuropsichiatri che si occupano delle valutazioni DSA in età adulta. Anche se siete nel dubbio di poter avere un DSA. Dal momento che è una caratteristica della persona, può darsi che siate riusciti a cavarvela bene alle superiori, ma lo studio universitario pare più difficile, allora è giusto approfondire se ci possa essere una difficoltà specifica.
COSA FARE
Della valutazione sarà importante chiedere al professionista di spiegarvi il vostro profilo (dove riuscite bene e dove invece “arrancate”) perché quello sarà il punto di partenza, la baseline, per costruire il percorso di potenziamento, approfondire le strategie di studio, le tecniche di approccio al testo. Molto importanti saranno poi anche gli strumenti compensativi. Conoscete la potenza delle mappe concettuali? Sapete che ci sono decine di sotfware e di programmi per costruirle? E i libri ascoltati con la sintesi vocale?
La “morale” della storia è insomma solo una. SI PUÒ FARE! Prima di decidere di mollare tutto, concedetevi un tentativo, di provare a trasformare la paura in coraggio. L’insicurezza può bloccarvi, ma tutti i grandi viaggi partono da un primo passo.